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La poesia che supera ogni frontiera: OINP con il Premio Vanvitelli per accogliere Karel Alexei Leyva Ferrer.

 

Ferrer OINP

A cura di Antonello Calabrese


È sempre un dono scoprire un poeta che non si era ancora incontrato nelle proprie letture e devo ringraziare Antonio Dentice e Maria Pia Dell’Omo, valenti ideatori del Premio Internazionale di Poesia Luigi Vanvitelli, per avermi presentato Karel Alexei Leyva Ferrer.


Dall’aver letto i suoi versi ad aver voluto consolidare la collaborazione col Premio Vanvitelli patrocinando e partecipando all’evento che porterà il poeta cubano in Italia il passo è stato breve e la decisione semplice.


Karel Alexei Leyva Ferrer è uno scrittore e promotore culturale cubano, membro coordinatore di diversi progetti culturali. È stato membro coordinatore dei Festival Internazionali di Poesia dell'Avana in diverse occasioni, nonché delle prime due edizioni dei Festival dei Narratori Orali Afropalabra e delle prime dieci edizioni del festival di poesia alternativa Poesía sin Fin sviluppato nell'Avana Orientale ma, probabilmente, la sua migliore presentazione consiste nel lasciare parlare i suoi versi.


Ho scelto una poesia tra le mie preferite e, nel mio scarso spagnolo, ho provato a non tradirne troppo il senso con una mia improvvisata traduzione italiana.


OINP seguirà il suo itinerario italiano e darà notizia degli eventi ai quali Ferrer parteciperà.

 

 

 

PEQUEÑAS CORRECCIONES

 

Donde fue el río

debe mirarse ahora la floresta,

la fruta del parral junto al anón

cuando se corte en dos la franja sur de las montañas,

esa que besa el mar,

la que preña de rocas la ensenada

y nos deja sin aire

por un verde que la sal no mengua.

Una moteada costa de manglares

donde se abrazan vientos y arenazas,

las pupilas lejanas y el acaso

indica que aquí debiera hallarse la añoranza,

un motivo que fije al sabanero

a esta semilla,

el largo ascenso hasta el primer goteo

de un río que se escapa

dejándonos su vientre vegetal

su terca abdicación en la colina.


 

 

PICCOLE CORREZIONI

 

Dove finisce il fiume

deve guardarsi allora la foresta,

il frutto della vite unito alla annòna

quando si taglia in due la frangia del sud delle montagne,

quella che bacia il mare,

quella che riempie la baia di rocce

e ci lascia senza fiato

per un verde che il sale non diminuisce.

Una costa punteggiata di mangrovie

dove si abbracciano venti e sabbie,

alunni lontani e possibilità

indicano che qui dovrebbe trovarsi il desiderio,

un motivo che lega alla savana

a questo seme,

la lunga salita fino alla prima colata

di un fiume che fugge

lasciandoci il suo ventre vegetale

la sua ostinata abdicazione sulla collina.

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