L'inclusione non è un luogo comune: è questo il claim scelto per la terza edizione del Festival della Cultura Paralimpica, in programma a Milano dall'11 al 14 ottobre.
Abbiamo più volte disquisito sulla differenza semantica fra inclusione e integrazione invitando ai nostri simposi personaggi del mondo sportivo paralimpico, con i suoi campioni e i suoi dirigenti e allenatori.
Il lavoro delle riflessioni verrà pubblicato e distribuito nel maggio 2023 al Gran Galà che faremo a Milano e ogni volta che aggiungiamo un incontro, un ospite o una riflessione esce sempre qualcosa di nuovo e intellettualmente stimolante.
Che belli che sono gli stimoli mentali: sanno di creatività e freschezza, come il più recente sul quale sicuramente torneremo con qualche ospite dedicato che ci parlerà di sport non solo inclusivo, non solo integrato ma unificato, concetto interessante e profondo.
A Milano nei prossimi giorni (dall'11 al 14 ottobre) l'intero mondo paralimpico si riunirà a Milano chiamati dal Presidente dell'intero movimento Luca Pancalli.
La capitale lombarda ospiterà il terzo Festival della Cultura Paralimpica, dopo Roma e Padova e noi avremo il piacere di poter intervistare gli ospiti e essere presenti per portare anche noi nel nostro piccolo un messaggio poi al mondo esterno.
Lunedì 11 ottobre, al 47° piano di Torre Allianz, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni e delle più importanti personalità del mondo dello sport italiano avrà luogo la conferenza stampa di presentazione dell'evento.
Dal 12 al 14 ottobre, invece, il Festival si svolgerà presso i locali de La fabbrica del vapore, in Via Procaccini 4.
L’area ospiterà due mostre fotografiche, due corner per dibattiti e presentazioni di libri, una rassegna cinematografica, un palco centrale con gli interventi di tanti ospiti del mondo della comunicazione, dello spettacolo, dell’arte, della cultura, dello sport e delle istituzioni.
Ascoltiamo le testimonianze dei campioni.
Ascoltiamo le storie dei dirigenti.
Ascoltiamo i consigli dei tecnici .
Tutto serve per crescere noi stessi e migliorare il mondo.
Io ricordo da piccola , davanti a me, un mio compagno con problemi che oggi vengono definiti intellettivo relazionali. Lo prendevamo in giro e nonostante siano trascorsi 40 anni resta l'amarezza di quel gesto idiota o, peggio, di non aver fermato il gesto di altri. Se possiamo fare qualcosa per evitare che qualcuno rifaccia lo stesso errore vuol dire che qualcosa di buono lo riusciamo a fare.