A cura dell'Avv. Emanuela Mirella De Leo.
Continuando nella disamina dell’attuale fenomeno del transumanassimo e del postumanesimo nello sport, già intrapreso con un articolo pubblicato sui giorni scorsi, è interessante soffermarsi su come queste correnti filosofiche stiano influenzando non solo il mondo dello sport per disabili ma anche quello dei normodotati.
Come già detto, il transumanesimo e il postumanesimo sono visioni filosofiche e culturali che affrontano il rapporto tra l'essere umano e la tecnologia avanzata. Mentre il transumanesimo mira a migliorare le capacità fisiche e cognitive umane attraverso mezzi tecnologici, il postumanesimo spinge oltre i confini dell'umanità, esplorando la possibilità di una trasformazione radicale dell'essere umano.
Entrambe le visioni influenzano da alcuni decenni in maniera sempre più rilevante anche il mondo dello sport, con un uso sempre più mirato di tecnologie avanzate che tuttavia solleva questioni etiche e sociali sul significato e i limiti dell'essere umano nello sforzo sportivo.
Dalle tecnologie indossabili per arrivare ai dispositivi per il monitoraggio della frequenza cardiaca e ai sensori di movimento si assiste a una vera e propria rivoluzione nel mondo sportivo tesa a migliorare costantemente le performance dei singoli atleti, puntando a superare i limiti umani. Ciò che tuttavia solleva i maggiori interrogativi è l'ingegneria genetica che apre scenari controversi, alterando persino il patrimonio genetico per creare atleti 'potenziati'.
Questa pratica solleva dubbi etici non da poco oltre a evidenziare la criticità della parità di condizioni e integrità sportiva, poiché potrebbe creare disparità rilevanti tra atleti che possono permettersi tali interventi e coloro che non ne hanno accesso.
Non solo. L'eccessiva “tecnologizzazione” dello sport può minare l'integrità e l'essenza stessa della competizione sportiva compromettendone la validità, senza contare che l’abuso di tecnologie indossabili per ottenere vantaggi competitivi e superare limiti fisici naturali potrebbe mettere a rischio la salute fisica e mentale e la sicurezza degli atleti, portando a conseguenze irreversibili a lungo termine.
L'enfasi sulle prestazioni spinge, infatti, gli staff tecnici e gli atleti a utilizzare metodi non sempre etici e salutari per ottenere vantaggi competitivi, mettendo a rischio non solo la loro integrità fisica, ma anche quella dell'intero sport.
La pressione per eccellere e superare i limiti umani può portare a comportamenti scorretti come l'uso di sostanze dopanti o tecnologie illegali, minando i valori fondamentali dello sport come lealtà, imparzialità e rispetto.
È fondamentale trovare un equilibrio tra il desiderio di eccellenza atletica e il rispetto per i principi etici e morali che da sempre guidano il mondo dello sport.
In questi scenari le istituzioni sportive svolgono un ruolo fondamentale nella regolamentazione e nel controllo delle pratiche tecnologiche nello sport, al fine di garantire l'equità e l'integrità delle competizioni.
Attraverso l'adozione di regole e limiti etici, come ad esempio il divieto di determinate tecnologie o pratiche ingiuste, le federazioni sportive e gli organi di governo hanno il dovere di indirizzare e preservare i valori tradizionali dello sport oltre alla salute dei praticanti.
Fondamentale è promuovere la trasparenza e la responsabilità degli atleti, allenatori e team, monitorando costantemente l'uso di tecnologie avanzate e intervenendo in caso di violazioni e garantendo che lo sport rimanga un campo di gioco leale e equo per tutti.
Guardando ai prossimi anni e alla crescita esponenziale della tecnologia spinta anche dai progressi dell’intelligenza artificiale è doverosa una riflessione che interessi tutti i soggetti che lavorano nello sport e che “fanno lo sport”, dalle istituzioni ai praticanti.
Il futuro, che è già presente, si prospetta come un delicato equilibrio tra l'innovazione tecnologica e il rispetto per l'essenza umana dell'attività sportiva. Progressi come l'ingegneria genetica e le tecnologie indossabili offrono nuove possibilità per migliorare le prestazioni degli atleti, ma è essenziale mantenere un approccio etico e ponderato.
Il bilanciamento tra progresso tecnologico e valorizzazione dell'aspetto umano dello sport richiede un'attenta regolamentazione e un costante dialogo tra tutti gli attori coinvolti. Solo così si potrà garantire che l'innovazione non comprometta l'integrità e i valori fondamentali dello sport e che l’atleta resti “umano” e non un artefatto bionico che richiama alla memoria vecchi telefilm futuristici del secolo scorso.